Dreams 4.

Sono nel mio quartiere, ma lo spiazzo su cui è posizionata la mia “casa” mi ricorda tanto il terreno su cui nonno aveva un capannone. L’atmosfera è estiva. Dico “casa” perchè effettivamente non ne ha le sembiaze, sembra più che altro una tenda da circo. E’ fatta di quella stoffa leggera con cui si confezionano i costumi di carnevale dei bambini, blu scuro, quadrata. Il vento la fa gonfiare e sgonfiare in continuazione. Io vivo li, con mio padre e mia madre, ma a quanto dicono, sembra che ci rimarremo “solo per l’estate”, quasi fosse una casa-vacanze.

Una telefonata, un mio vecchio, assillante e problematico (per me) compagno di classe.  Un mix di arroganza, orgoglio, permalosità e vanità. Una delle tante persone che non riconosco/capisco più.  Mi chiede di vederci, di prendere un caffè insieme, ed io cerco di sviare. Come suo solito inizia a prendersela, attaccando una di quelle filippiche interminabili che, lasciandoti sfinita, non riesci a dire altro che “Va bene, a che ora?”.

“Sono già sotto casa tua, scendi.” E scendo.

Non vorrei uscire, non sò perchè ma qualcosa mi trattiene li. Forse la disabitudine ad uscire. Non lo faccio da un pò, effettivamente. Continua a leggere

Dreams 2.

Sono a Milano, ma non più nella solita casa. La casa è nuova, più ampia, spaziosa ma decisamente un pò cupa, tetra e retrò. Non c’è molta luce ed io sono ai fornelli, preparando qualcosa di buono per Lui e per la mia famiglia venuta a trovarci. Metto un padellino tutto storto a cuocere dei cereali per farne una zuppa. Inizialmente sbaglio fornello e la fiamma è pericolosamente alta, quindi lo cambio.  Sono le 19 e Lui ancora non si vede, inizio a preoccuparmi perchè mi disse che sarebbe tornato presto.

Lo chiamo ma non è raggiungibile.

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Dreams.

Ci sono volte in cui mi sveglio e penso: “Cavolo che sogno!“.

Si, io sogno. Ad occhi aperti, chiusi, semi-chiusi, stanchi, vispi, elettrizzati, appiccicati, con la congiuntivite. Ma SOGNO. E ricordo pure tutto!

Stavolta parliamo dei sogni ad occhi chiusi. E ce n’è da dire. Penso che certe scene ispirerebbero altro che Tim Burton, James Cameron, Steven Spielberg. Ci sono certi sogni che, raccontandoli, chi mi ascolta ribatte con dei simpaticissimi “MACHETTESEIFUMATA?”. E il bello è che non fumo. E non bevo. Giuro.

Insomma, in quasi 22 anni di sogni, ormai ho stilato una classifica dei più belli/ricorrenti/coinvolgenti/spaventosi/realistici e oggi mi vien voglia di parlarne, probabilmente perchè anche stanotte è stata una notte da oscar. Continua a leggere