Quando ce vo’, ce vo’ – La mia esperienza DuDu Bags.

Si. Perché quando si dimostra di essere meritevoli, è giusto che questo venga riconosciuto e condiviso.

Vi voglio parlare della mia esperienza con un marchio per me sconosciuto fino a qualche mese fa, che però ha saputo conquistarmi immediatamente sia per la qualità dei suoi prodotti (nonché la loro bellezza) che per la correttezza del suo staff.

Sto’ parlando di un’azienda che produce borse e portafogli in pelle, di qualità ottima e di forme bellissime, sia classiche che moderne. Il loro sito lo trovò casualmente mia mamma un paio di mesi fa, e quando vide che tra i loro prodotti c’era anche una borsa dello stesso stile che cercavo da almeno un anno senza, ahimè, essermici ancora imbattuta, ricordo che mi chiamò subito: “SARA, SARA, GUARDA COS’HO TROVATO!!!”

Corsi di là, alla sua postazione PC , SI, perché noi in casa abbiamo un PC per uno, e a volte ci capita anche di chattare tra di noi per dirci qualcosa senza doverci necessariamente raggiungere (lo so’, non siamo normali, siate clementi!) e quando vidi l’oggetto che meritava non solo un link in chat, bensì un mio viaggio dalla mia stanza al soggiorno, ricordo che mi si inumidirono gli occhi dalla gioia.

QUELLA BORSA. DOVEVA. ESSERE. MIA.

Tra l’altro, vedendo che il marchio aveva (ed ha tutt’ora) una propria pagina facebook, non aspettai due secondi a diventare fan e…..SORPRESA DELLE SORPRESE! Continua a leggere

ECOsosteniamoCI.

Siamo in crisi, questo è chiaro.

La situazione è quel che è, non c’è lavoro, gli anni per il pensionamento si sono alzati, non si fanno figli (e se si fanno, tendenzialmente dopo i 30) e, inevitabilmente, il paese invecchia.

Sono tempi duri un po’ per tutti: per lo studente che si ritrova in un sistema universitario che crolla a pezzi per via dei tagli all’istruzione pubblica, per il neo-laureato che non trova lavoro nel suo settore, per il neo-impiegato che non può fare affidamento su un contratto stabile e duraturo, per l’impiegato comune perché può rischiare il posto da un momento all’altro e vede il traguardo della pensione come una linea d’orizzonte che ad ogni passo in avanti si allontana sempre più, per i giovani che non riescono a comprare una casa, per tutti quelli che vorrebbero creare una famiglia o che, una volta riusciti, non arrivano a fine mese. Per tutti gli anziani che non ricevono assistenza, compagnia, cure e attenzioni e vengono soggiogati dai tempi che cambiano, e con essi, anche il sistema logistico della vita.

Sono dell’idea che noi italiani, quando vogliamo, sappiamo avere una marcia in più nei momenti difficili, vuoi perché siamo un popolo estremamente creativo, vuoi perché siamo dei gran paraculi, vuoi perché abbiamo nel sangue il concetto di “risparmio”, riusciamo sempre a cadere in piedi.

Avete mai notato che quando si è sotto pressione (per un colloquio, per un esame, per una gara..) la scarica di adrenalina che ci pervade ci porta anche a ingegnarci di più, a dare il massimo e ad ottenere dei risultati strabilianti? Ecco, io penso che si possa fare una diretta analogia con la situazione socio-economica che stiamo attraversando ora. Siamo in crisi, i tempi sono difficili, lavoro non ce n’è e tutto è rincarato.

E cosa fanno gli Italiani? Continua a leggere

Parliamo di futuro.

Dopo aver visto questo video, capirete già dove voglio andare a parare.

Io sono una studentessa d’Architettura. Vorrei un giorno esercitare questa professione al meglio delle mie potenzialità. Vorrei un giorno svegliarmi la mattina e sentirmi felice della scelta che ho fatto prima di iscrivermi a quel test d’ingresso. Vorrei fare la differenza, vorrei contribuire a cambiare le cose nel mio paese, renderlo bello, migliore, vivibile. Continua a leggere

Ho freddo.

Non è una situazione facile, e non è facile neanche spiegarla, perché già a me, per prima, sembra assurda. Ma devo farlo perché non mi sento capita.

Non è raro che una volta a letto, sotto le coperte, a tarda notte, io ancora non dorma, ma tremi. Tremo perché ci sono troppe cose che vorrebbero scoppiare, troppe delusioni tenute li, buone, con la garanzia che andrà tutto bene, domani. Tremo perché ho freddo, di quel calore che scalda il cuore, che lo sprona a battere, di gioia, d’amore, di felicità.

Io non sento più nulla. Sono delusa, amareggiata, sconfortata e stò cercando di fare i conti con questo muro contro il quale prima o poi dovevo andar a sbattere. A me è successo ora, in questo periodo della mia vita. A chiunque altro potrà capitare prima, dopo, o mai. E’ successo e non posso più tirarmi indietro.

Sono una persona maturata ma mai cresciuta. Sono la bambina molto alta o la donna troppo minuta che mio padre teneva morta tra le braccia, nel sogno di ieri. E la mia lotta è ucciderla, perché non sono io. Ma la domanda è CHI sono io? Continua a leggere

Dreams 4.

Sono nel mio quartiere, ma lo spiazzo su cui è posizionata la mia “casa” mi ricorda tanto il terreno su cui nonno aveva un capannone. L’atmosfera è estiva. Dico “casa” perchè effettivamente non ne ha le sembiaze, sembra più che altro una tenda da circo. E’ fatta di quella stoffa leggera con cui si confezionano i costumi di carnevale dei bambini, blu scuro, quadrata. Il vento la fa gonfiare e sgonfiare in continuazione. Io vivo li, con mio padre e mia madre, ma a quanto dicono, sembra che ci rimarremo “solo per l’estate”, quasi fosse una casa-vacanze.

Una telefonata, un mio vecchio, assillante e problematico (per me) compagno di classe.  Un mix di arroganza, orgoglio, permalosità e vanità. Una delle tante persone che non riconosco/capisco più.  Mi chiede di vederci, di prendere un caffè insieme, ed io cerco di sviare. Come suo solito inizia a prendersela, attaccando una di quelle filippiche interminabili che, lasciandoti sfinita, non riesci a dire altro che “Va bene, a che ora?”.

“Sono già sotto casa tua, scendi.” E scendo.

Non vorrei uscire, non sò perchè ma qualcosa mi trattiene li. Forse la disabitudine ad uscire. Non lo faccio da un pò, effettivamente. Continua a leggere

Primo incontro.

Ebbene si. Questo è il mio pubblico outing. Non stò bene, e devo ritrovare dove mi sono nascosta. Devo ritrovare la me che ero un tempo, organizzata ma non troppo. Motivata più che mai. Gioiosa di apprendere e incuriosita dalla conoscenza. Aperta con il mondo e affettuosa da morire. Il fatto è che….proprio non me lo ricordo dove mi sono appoggiata l’ultima volta! Continua a leggere

Convivenza domestica Vol.2

Salve a tutti.
Mi chiamo Cleopatra (Cleo, per gli amici) e sono l’altezzosa padroncina tigrata della mia umana, Sara.

Di recente nel mio regno si è insinuata un’altra gattina che la mia umana, completamente fuori dal mio controllo, si ostina a nutrire di tanto in tanto . Continua a leggere

Sale e pepe.

Non sò se sia giusto parlarne oppure no. Ma lo farò comunque.

Quando salgo sul vagone non mi guardo neanche intorno, mi limito ad appoggiarmi come sempre alla parete della cabina di pilotaggio, vicino la porta, così comoda per chi, come me, vuole passare quel quarto d’ora leggendo un buon libro. Mi ero ripromessa di finire il capitolo, perchè quel libro me lo ha consigliato Lui, ed io dei Suoi consigli mi fido sempre.

Parte. Continua a leggere