Parliamo di futuro.

Dopo aver visto questo video, capirete già dove voglio andare a parare.

Io sono una studentessa d’Architettura. Vorrei un giorno esercitare questa professione al meglio delle mie potenzialità. Vorrei un giorno svegliarmi la mattina e sentirmi felice della scelta che ho fatto prima di iscrivermi a quel test d’ingresso. Vorrei fare la differenza, vorrei contribuire a cambiare le cose nel mio paese, renderlo bello, migliore, vivibile. Continua a leggere

Ho freddo.

Non è una situazione facile, e non è facile neanche spiegarla, perché già a me, per prima, sembra assurda. Ma devo farlo perché non mi sento capita.

Non è raro che una volta a letto, sotto le coperte, a tarda notte, io ancora non dorma, ma tremi. Tremo perché ci sono troppe cose che vorrebbero scoppiare, troppe delusioni tenute li, buone, con la garanzia che andrà tutto bene, domani. Tremo perché ho freddo, di quel calore che scalda il cuore, che lo sprona a battere, di gioia, d’amore, di felicità.

Io non sento più nulla. Sono delusa, amareggiata, sconfortata e stò cercando di fare i conti con questo muro contro il quale prima o poi dovevo andar a sbattere. A me è successo ora, in questo periodo della mia vita. A chiunque altro potrà capitare prima, dopo, o mai. E’ successo e non posso più tirarmi indietro.

Sono una persona maturata ma mai cresciuta. Sono la bambina molto alta o la donna troppo minuta che mio padre teneva morta tra le braccia, nel sogno di ieri. E la mia lotta è ucciderla, perché non sono io. Ma la domanda è CHI sono io? Continua a leggere

IN-amicizia.

Dunque, entriamo nel sociale. Si perché io, lo ametto, e questo è il mio pubblico outing che manco Tiziano Ferro, sono decisamente una tipa difficile.

Ma non difficile nel senso che sono esigente nei confronti delle mie amicizie, anzi, sarei capace di considerare amico anche un sasso sul quale ho inciampato. Sono difficile perché basta veramente poco per farmi avere l’impressione sbagliata o semplicemente perché mi faccio una valanga di pippe mentali su tutto ciò che, per una persona normale, possono tranquillamente considerarsi inezie.

Mi è, però, capitato di notare, e questo perché spesso e volentieri mi soffermo a fare autocritica, e, principalmente, su come funziono (magari ci fosse il libretto d’ istruzioni!) che quando sentenzio che quella persona non entrerà mai, e dico MAI, nella mia vita, va a finire che ci divento culo e camicia. Che non sono normale è già dato evidenziato e sottolineato più volte. Ma entriamo nel dettaglio. Continua a leggere

Pupiamoci.

Una giornata come tante. Computer, borsa, giacchetto e ombrello. 8 ore di lezione nostop che mi aspettano. Solito ritardo di 15 minuti. Evvabhè.

Lascio un post-it sullo specchio a mia madre: “Prendo in prestito il tuo rossetto, oggi conoscerò Clio!” Continua a leggere

Praga

Praga è l’inno al movimento. Non appena si arriva non si viene attanagliati da quell’ansia  (del tutto comprensibile) che si ha quando si giunge in una città straniera. Tutto viene spontaneo, naturale, come se avessimo sempre vissuto li.

Passeggiando lungo il fiume si viene catapultati in un vortice di linee e forme sempre nuove. Linee di epoche e stili diversi, ma mai in contrasto tra di loro. E allora possiamo trovare spalla a spalla un palazzo primi ‘900 con uno della fine degli anni ’90. La loro comunicazione è sensazionale, nonostante appartengano ad epoche così distanti, stilisticamente e tecnologicamente parlando. Perciò, come non far caso a come le linee della “Casa Danzante” sembrino prolungarsi nella facciata dirimpettaia generando arcate di schermo alle logge, e arricciandosi nelle eleganti volute al piano attico? Come non notare il rispetto che l’architetto ha dimostrato per la storicità del preesistente edificio, adottandone la stessa tipologia di infisso? Continua a leggere